Specializzazione in Medicina: il sogno che si trasforma in un incubo per molti giovani medici

Il percorso per diventare medici specializzati in Italia è un cammino lungo e impegnativo, che inizia con un test di accesso estremamente selettivo per entrare nella facoltà di Medicina, prosegue con sei anni di studio intenso e si conclude con un concorso per accedere alla specializzazione. Proprio in questa fase, però, molti giovani medici si scontrano con una realtà ben diversa dalle aspettative. Nei reparti universitari, dove dovrebbero formarsi e acquisire competenze pratiche, si trovano spesso a lavorare in condizioni estenuanti e insostenibili.
I turni in reparto e in ambulatorio possono superare le 70 ore settimanali, contro le 36 previste, con responsabilità che vanno ben oltre quelle previste per il loro ruolo. Questa situazione, unita alla mancanza di supporto e a retribuzioni inadeguate, porta molti specializzandi a vivere un forte disagio, sia fisico che mentale. Non è raro che i giovani medici si sentano sfruttati, costretti a ricoprire ruoli che non competono loro, privati del tempo necessario per studiare e formarsi adeguatamente.
Il risultato è un fenomeno preoccupante: tra il 15% e il 20% dei circa 10.000 specializzandi che iniziano il percorso ogni anno decide di abbandonare. Si tratta di 1.500-2.000 giovani medici che, dopo aver investito anni di studio e sacrifici, scelgono di cambiare strada. Alcuni provano a ripartire in altre discipline o in un’università diversa, altri optano per percorsi alternativi, come il tirocinio per diventare medici di famiglia, mentre c’è chi decide di lasciare l’Italia per cercare opportunità all’estero.
Secondo l’Anaao, il sindacato dei medici ospedalieri, il sistema della specializzazione è ormai al collasso. I giovani vengono sfruttati come risorse low-cost per i reparti, senza ricevere il supporto e la tutela necessari per crescere professionalmente. Questo non solo rappresenta una perdita di talenti per il sistema sanitario italiano, ma aggrava ulteriormente la carenza di medici specializzati, già critica in molte aree del Paese.
Per invertire questa tendenza, servono interventi strutturali: riduzione dei carichi di lavoro, migliori retribuzioni, maggiore tutela e un sistema formativo che metta al centro il benessere e la crescita professionale dei giovani medici. Il sogno di diventare un medico specializzato non dovrebbe trasformarsi in un incubo. È tempo di ripensare un modello che, così com’è, rischia di bruciare le nuove generazioni di professionisti della salute.
Fonte: https://www.repubblica.it/cronaca/2025/02/18/news/medici_specializzandi_sfruttati_primari-424010889/