Non siamo ancora giunti alla parità di genere
Meno di metà delle donne in Italia lavora secondo i dati Istat della media annua 2021 (49,4%). In Europa la percentuale è 63,4%. Stiamo 14 punti sotto l’Europa. Nel complesso del Mezzogiorno solo una donna su tre lavora e regioni come la Lombardia, il Piemonte, il Veneto, non hanno ancora raggiunto il 60% di tasso di occupazione femminile, che era obiettivo per l’Europa per il 2010.
Nessuna regione italiana raggiunge la media europea, tranne Bolzano con il 63,7%, poco al di sopra. In Italia meno di una donna su due lavora. La distanza del tasso di occupazione femminile da quello maschile è arrivata a toccare i 18,2 punti percentuali, contro i “soli” 10,1 punti della media europea.
Il tasso di occupazione femminile scende poi ulteriormente tra le donne giovani (33,5%) e le donne che vivono nel Sud Italia (32,5%). E inoltre, si segnala che il tasso delle donne Neet – ossia tutte le giovani donne che non studiano, non lavorano e non seguono percorsi di formazione – è cresciuto dal 27,9% al 29,3%, contro una media dell’Unione europea del 18%. Infine, segna un brusco aumento anche il numero di donne costrette al lavoro part-time involontario (ossia tutte quelle che si accontentano di un lavoro part-time anche se alla ricerca di un full-time): dal 60,8% del 2019 si è passati al 61,2% del 2020. In Europa questo tasso è al 21,6%, circa tre volte in meno.
Sulla parità di genere serve un piano di azioni di sistema che non c’è, con valutazione di impatto. È questo il vero nodo. È ora che la parità di genere diventi una vera priorità del Paese. Non a parole.