No del Senato alla parità di genere nella comunicazione istituzionale scritta
L’Aula del Senato ha respinto l’emendamento che chiedeva la possibilità di adottare la differenza di genere nella comunicazione istituzionale scritta, introducendo nel Regolamento l’utilizzo di un linguaggio inclusivo. L’emendamento prevedeva nello specifico che “Consiglio di presidenza stabilisce i criteri generali affinché nella comunicazione istituzionale e nell’attività dell’amministrazione sia assicurato il rispetto della distinzione di genere nel linguaggio attraverso l’adozione di formule e terminologie che prevedano la presenza di ambedue i generi attraverso le relative distinzioni morfologiche, ovvero evitando l’utilizzo di un unico genere nell’identificazione di funzioni e ruoli, nel rispetto del principio della parità tra uomini e donne“. Le proposte di adeguamento del testo sarebbero passate al vaglio della Giunta per il regolamento.La proposta ha ottenuto solo 152 voti favorevoli, 60 contrari e 16 astenuti, un numero, quello dei favorevoli, non sufficiente a raggiunge la maggioranza assoluta necessaria per questa votazione. Questa volta è quindi la politica che rifiuta la possibilità di dare una corretta e più equilibrata rappresentazione del genere femminile nella società, la stessa che in genere se ne fa promotrice per abbattere il fenomeno del gender gap.