Kenya: il sogno infranto delle lavoratrici migranti in Arabia Saudita

In un giorno qualsiasi, all’aeroporto internazionale di Nairobi, decine di donne kenioti si accalcano nell’area partenze, indossando magliette simili e scattandosi selfie prima di partire per l’Arabia Saudita. Attratte dalle promesse di reclutatori aziendali e incoraggiate dal governo keniota, queste donne lasciano il Paese con la speranza di un futuro migliore.
Mentre l’area partenze è piena di ottimismo, l’area arrivi racconta una storia diversa. Qui, le donne tornano spesso con il volto scavato dalla fatica, psicologicamente provate, dopo aver affrontato salari non pagati, fame, aggressioni sessuali e condizioni di lavoro disumane. Alcune tornano senza un soldo, altre addirittura dentro bare.
Negli ultimi cinque anni, almeno 274 lavoratori kenioti, per lo più donne, sono morti in Arabia Saudita. Una cifra scioccante per giovani che svolgono lavori considerati, nella maggior parte dei Paesi, estremamente sicuri. Solo lo scorso anno, almeno 55 lavoratrici kenioti hanno perso la vita, il doppio rispetto all’anno precedente.
Le donne partono con la speranza di un futuro migliore, ma spesso si ritrovano intrappolate in un incubo. Molte vengono sfruttate, costrette a lavorare senza stipendio, private di cibo e sottoposte a violenze fisiche e psicologiche. Alcune non riescono nemmeno a tornare a casa, morendo in circostanze misteriose o per mancanza di cure mediche.
Nonostante le numerose denunce e le prove delle condizioni disumane, il governo keniota continua a promuovere la migrazione delle donne verso l’Arabia Saudita, presentandola come un’opportunità di riscatto economico. Tuttavia, la mancanza di controlli e protezioni adeguate espone le lavoratrici a rischi enormi, trasformando il loro sogno in una trappola mortale.
La situazione delle lavoratrici kenioti in Arabia Saudita è un dramma che richiede un intervento immediato. È necessario che il governo keniota e le organizzazioni internazionali agiscano per garantire protezione, diritti e sicurezza a queste donne, mettendo fine a un sistema che le sfrutta e le condanna a sofferenze inimmaginabili. Il sogno di una vita migliore non dovrebbe mai trasformarsi in un incubo.
Fonte: https://www.nytimes.com/2025/03/16/world/africa/saudi-arabia-kenya-uganda-maids-women.html