Ricerca di figure professionali da inserire nella banca dati dell’Associazione 6come6.6libera

L’Associazione 6come6.6libera il 17/04/23 presenta l’istanza di partecipazione all’Avviso “Sicilia che piace – Cod. ID S.4.5.23”.

Siamo alla ricerca delle seguenti figure professionali:

  • Un rendicontatore
  • Un responsabile della segreteria tecnica e organizzativa
  • Un social media manager esperto middle
  • Un coordinatore istituzionale
  • Un membro della segreteria amministrativa e legale
  • Un esperto di progettazione
  • Due consulenti junior social manager

Se interessati si richiede l’invio del proprio curriculum vitae alla mail info@6libera.org o la consegna a mano presso la sede legale e la sede operativa dell’associazione 6come6.6libera.

Prima dell’adesione alla banca dati di professionisti saranno verificate competenze spendibili ai fini dell’Associazione, gli interventi, le azioni e le attività progettuali. L’Associazione 6come6.6libera si riserva di selezionare i Curriculum Vitae ricevuti all’indirizzo e-mail info@6libera.org con la nostra referente Avv. Carla Petruso altresì attraverso la banca dati dello sportello Trova Lavoro di Pensiamoasud.eu con il referente dott. Antonio Borzì.

Le selezioni per l’inserimento in banca dati esperti dell’associazione avverranno per titoli e colloqui (ove ritenuto necessario).

Tavolo partecipato per prevenire forme di violenza sul mondo del mondo

6Libera presente al Tavolo partecipato di confronto del Governo Nazionale, un incontro coordinato dall’Unar, Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, per l’elaborazione del piano antidiscriminazione nel mondo del lavoro. Nell’ambito del Piano di azione dell’Unione Europea contro il razzismo, la cabina di regia con l’UNAR sta procedendo all’elaborazione di un Piano nazionale di azione contro il razzismo, la xenofobia e l’intolleranza, mediante il coinvolgimento di tutti gli attori istituzionali e non, interessati alle politiche in materia di prevenzione e contrasto alla discriminazione etnico–razziale.

Un’importante occasione per sottolineare l’importanza della prevenzione e la necessità di raccordo con gli obblighi derivanti anche dalla Convenzione Internazionale Ilo 190 ratificata ed entrata in vigore in Italia il 29 ottobre 2022. È importante segnalare anche in forma anonima qualsiasi forma di discriminazione sul lavoro mediante l’Osservatorio per le imprese: www.6libera.org

8 Marzo: 6LIBERA lancia il servizio Help Me di supporto per le donne contro le violenze e le molestie nei luoghi di lavoro

L’Associazione 6libera.6come6 in occasione dell’8 marzo inaugura un nuovo team di esperti che forniranno il loro servizio contro le violenze e le molestie, sempre più diffuse nei contesti lavorativi.

La squadra inaugurata comprende avvocati, psicoterapeute e una criminologa forense che supporteranno, in maniera totalmente gratuita, le donne vittime di violenza sui luoghi di lavoro. Per usufruire del servizio è possibile richiedere di essere contattato nell’area “Help Me” del sito dell’osservatorio contro le violenze e le molestie sui luoghi di lavoro www.6libera.org mandare un’e-mail all’indirizzo info@6libera.org. Un ulteriore strumento per tutte quelle donne che necessitano di un supporto legale o psicologico completamente gratuito. Il team di esperti è composto dagli avvocati Deborah Bozzetti, Francesco Mazza e Massimo Rossi, dalle psicoterapeute Roberta Vitelli e Marica Malagutti e dalla criminologa forense Maria Pia Turiello.

La difesa nei luoghi di lavoro contro ogni forma di violenza e molestia è estremamente importante e riconosciuta per legge. Il 21 giugno 2019 è stata adottata durante la Conferenza dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) la “Convenzione n. 190 sulla violenza e le molestie” e la “Raccomandazione n. 206” al fine di garantire a livello internazionale una pari dignità nel mondo del lavoro che è entrata in vigore in Italia il 29 ottobre 2022.

Per ulteriori informazioni e richiedere un appuntamento, è possibile consultare la pagina: https://www.6libera.org/servizio-8marzo/

Il Csm processa la Pm vittima di molestie. Aveva definito “porco” il suo molestatore

Qualche mese fa il Consiglio superiore della magistratura aveva accertato che la Pm Alessia Sinatra era stata molestata sessualmente dal Procuratore della Repubblica Giuseppe Creazzo. La notizia del reato era emersa da un messaggio privato inviato dalla Pm vittima della violenza al suo collega Luca Palamara (il messaggio era stato poi pubblicato nel libro di Palamara).

Il Csm esaminando il caso ha dichiarato che le molestie erano fondate, ma ha deciso di processare anche la vittima perché aveva definito il Procuratore “un porco” e “schifoso”. Alessia Sinatra quindi, pur avendo subito la violenza è stata condannata al provvedimento della censura. Il Csm ha stabilito in modo formale che chi compie atti di violenza sessuale su una donna commette una piccola infrazione e che la vittima della violenza sessuale deve essere censurata e punita se protesta in modo eccessivo.

In arrivo il bando Pmi per la certificazione gratuita della parità di genere

Tra fine febbraio e inizio marzo il Governo pubblicherà il bando che consentirà a oltre 450 pmi e microimprese di effettuare gratuitamente l’iter per chiedere la nuova certificazione per la parità di genere, al fine di ridurre il divario di genere in tutte le aree maggiormente critiche per la crescita professionale delle donne. Il bando consiste nell’Avviso per la gestione ed erogazione dei contributi previsti dal Pnrr per un totale di 2,5 milioni di euro per la fornitura di servizi di assistenza tecnica e accompagnamento alla certificazione della parità di genere e di 5,5 milioni di euro per l’erogazione dei costi della certificazione. Le risorse saranno gestite con un meccanismo a sportello fino ad esaurimento degli importi stanziati.

Promuovere l’accesso delle donne al mondo del lavoro. Una nuova legge approvata in Sierra Leone

In Sierra Leone il parlamento ha approvato una legge sulla parità di genere che facilità l’accesso delle donne al mondo del lavoro e prevede una serie di sanzioni molto severe per i datori di lavoro che non la rispettano. La legge Gender Equality and Women’s Empowerment Act prevede almeno il 30% dei posti di lavoro in enti pubblici, aziende private e partiti politici riservato alle donne. Alle donne deve essere riconosciuto un congedo di maternità di almeno 14 settimane e accedere senza subire discriminazioni.

Per le aziende che non rispetteranno i requisiti previsti possono essere imposte multe fino a circa 2 mila euro e conseguenze penali.

L’Avv. Massimo Rossi commenta la sentenza che condanna l’imprenditore per la violenza verbale e psicologica contro la lavoratrice

«La piena consapevolezza del “ruolo dominante” e la piena consapevolezza della necessità della dipendente di quell’impiego descrive con sufficienza la “forza” espressa dal datore di lavoro.

Le parole proferite nei confronti della dipendente erano come lame di coltello che affondavano nella carne viva.

Erano lame affilate che colpivano la donna non solo per i termini usati ma perché Ella si sentiva “oggetto” e non si poteva ribellare per ragioni economiche finendo per nutrire un profondo scoramento e un senso di colpa.

La violenza verbale, il senso di colpa e la manipolazione psicologica non sono meno invasive della violenza fisica. Generano lo stesso tipo di dolore nella donna ma soprattutto finiscono per farle ritenere di essere lei nel luogo e nel posto sbagliato; essere lei quella sbagliata. Le molestie come quelle descritte sono violenze psicologiche di ordine sessuale e non solo si manifestano come violenze ma come vere e proprie “manipolazioni psicologiche”. La manipolazione è la più subdola forma di violenza perché genera un rapporto di ambivalenza tra soggetto autore e soggetto passivo.

Tale situazione si manifesta con una “responsabilizzazione” del soggetto manipolato che finisce per colpevolizzarsi.

La necessità di una normativa che vada a tutelare le persone in una posizione di subalternità è un dovere civile ed etico insieme e un valore del diritto positivo» commenta l’autorevole nonché nostro componente del Comitato Scientifico Avv Massimo Rossi, in riferimento alla vicenda dell’imprenditore che ha molestato verbalmente una sua dipendente. Per leggere la news in questione clicca qui.

«Con te avrei paura di fare sesso, secondo me gli uomini li distruggi». Imprenditore condannato per molestie verbali

Un imprenditore del settore tessile per cinque anni, dal 2008 al 2013, ha molestato verbalmente una sua dipendente. Un giorno ha intonato una canzonetta rivisitando il testo “Anima mia” dei Cugini di campagna, descrivendo un rapporto sessuale tra la sua dipendente e un uomo di colore. Battute continue, pronunciate davanti ai colleghi. «Con te avrei paura di fare sesso, secondo me gli uomini li distruggi», «usi giocattoli erotici», «ti metterei un cuscino sulla faccia e…», «dai, andiamo tutti con lei nello sgabuzzino». Non si tratteneva neppure con i fornitori: «Facciamo un cambio merce, io ti do lei».

Da anni la donna aveva attacchi di panico. È stata costretta a prendere psicofarmaci prescritti dal suo medico. Ha spiegato: «Le molestie mi infastidivano da morire, ma avevo il mutuo da pagare, c’era la crisi e non era facile trovare un altro lavoro». L’uomo è stato denunciato a settembre 2013. La sentenza presenta una condanna per molestie esclusivamente verbali con risarcimento di circa 150 mila euro comprensivi di spese.

Me Too, in 223 testimoniano gli abusi nel mondo dello spettacolo

In due anni sono emersi duecentoventitré casi di molestie e violenze sessuali, duecentosette con vittime donne. Attrici e giovanissime allieve delle scuole di recitazione e delle accademie abusate da registi (41,6%), attori (15,7%), produttori (6,28%), insegnanti (5,38%), casting director, critici, tecnici, spettatori. In arrivo nuove denunce. Violenze in scena, sui set, nei camerini, in prova, durante le lezioni o i provini.

22 attrici hanno prestato i loro volti alle voci delle colleghe abusate, alcune delle quali molestate da un regista di un teatro pubblico italiano «che per 25 anni non è stato fermato» spiega Cinzia Spanò, presidente del collettivo Amleta. «Avevo un appuntamento per un provino. Quando sono andati tutti via, è arrivato lui. Mi ha chiesto di levarmi le mutande. Era notte fonda, avevo paura. Mi ha chiesto di toccarlo e baciarlo. Mi ha afferrato la bocca e tra le gambe. Mi teneva così, come in una morsa. Per molti anni non ho lavorato».

Più di duecento casi raccolti, «un sistema che vede il sesso come sottomissione e potere e non come libera relazione. Per questo serve al più presto una legge sulle molestie», sottolinea l’avvocata di Differenza Donna, Teresa Manente.

Antonella Marino: «Un regista mi disse che ero bella e burrosa. Poi voleva alzarmi la gonna»

Antonella Marino è un’attrice, cantante e comica originaria di Messina. Ha partecipato a numerosi workshop di arti sceniche e ha studiato presso la Civica Accademia Paolo Grassi di Milano e presso Il Conservatorio Nazionale Superiore d’Arte drammatica di Parigi. Ha recitato in numerosi spettacoli teatrali e nel 2016 ha preso parte allo show televisivo Chi ha incastrato Peter Pan. Ha inoltre avuto un ruolo nel cortometraggio Stop Invasione!.

Mentre si trovava su un set su Sky è stata avvisata: «Molti registi importanti hanno delle modalità particolari e tutte loro. Toccatine amichevoli e battutine, come se fosse un linguaggio accettato. Infatti all’alba di un ingaggio l’unica altra donna presente mi disse: “Conoscerai dei tipi particolari ma simpatici, scherzano molto tra colleghi”. Alla prima pausa il regista mi ha circondata con un braccio e per dirmi che ero bella e burrosa come piacciono a lui e che avrebbe fatto sesso con me»

“Volevo anche denunciare ma ero appena arrivata a Roma, volevo fare questo mestiere e forse alzare un polverone non era la prima cosa da fare. Non sapevo che tutto il settore fosse caratterizzato da un’atmosfera così ambigua”, ha dichiarato.

All’epoca dopo la “battuta” si scostò: «Dissi che ero fidanzata ma rispose che non era geloso. L’indomani indossavo una lunga gonna di lana e appena mi vide disse “te l’alzerei questa gonnella”. E così fino alla fine delle riprese. Battute e riferimenti sessuali espliciti nonostante io non dessi segni di condiscendenza. Ero a mio agio solo quando parlava con altri, è stato un inferno». Dice che alla fine «sono salita in macchina dicendo al mio ragazzo che non volevo più fare questo lavoro. Non sapeva che dirmi, nessuno lo sa. Volevo anche denunciare ma ero appena arrivata a Roma, volevo fare questo mestiere e forse alzare un polverone non era la prima cosa da fare. Non sapevo che tutto il settore fosse caratterizzato da un’atmosfera così ambigua».

In questi giorni è stato presentato il report “Behind the scenes”, che fornisce una misura del fenomeno delle molestie nel mondo dello spettacolo. Dal dossier emerge che più della metà dei lavoratori dello spettacolo ha subito molestie sul lavoro, discriminazioni e bullismo. Il 67% sono donne, mentre il 48% sono uomini. Ovvero 7 su 10 delle persone che subisce abusi nel campo è donna.