L’Europa in tema di violenza contro le donne boccia ancora l’Italia

È una “risposta inefficace e tardiva” quella delle autorità italiane alle denunce di violenza domestica subite dalle donne.

Dopo aver esaminato le misure prese per risolvere i problemi, la Corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia a causa della “risposta inefficace” alle denunce.

Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa, esprime tra l’altro “preoccupazione” per i dati dell’Italia, che “riflettono una percentuale costantemente elevata di procedimenti relativi alla violenza domestica e sessuale interrotti nella fase istruttoria, un uso limitato di ordinanze cautelari e un tasso significativo di violazione della stessa”.

Strasburgo attende quindi una valutazione completa, accompagnata da statistiche sui procedimenti per violenza domestica e sessuale e gli ordini di protezione, comprese le violazioni a questi ultimi. Ma anche indicazioni sulle “azioni concretamente intraprese e i progressi tangibili raggiunti” attraverso le misure supplementari previste dal piano nazionale per eradicare i pregiudizi e gli atteggiamenti che alimentano la violenza di genere e la discriminazione, che le autorità si sono impegnate ad attuare.

Le richieste sono contenute nella decisione che l’esecutivo dell’organizzazione paneuropea ha preso dopo l’esame delle misure attuate dall’Italia per risolvere i problemi che hanno condotto alle condanne, perché le donne non sono state adeguatamente protette dopo aver denunciato la prima violenza domestica, e questa si è ripetuta. Roma ha fino al 15 dicembre per inviare a Strasburgo informazioni sull’esito dei processi.

(FONTE RAI NEWS)

Islanda, donne in sciopero per la parità salariale

L’Islanda è il primo Paese al mondo in materia di uguaglianza di genere, con una riduzione del 90% del gap salariale e sociale negli ultimi 3 anni, secondo i dati ufficiali del 2022. Per l’intera giornata di ieri le donne hanno abbandonato sia il lavoro retribuito che quello di cura, per denunciare il divario di retribuzione e la violenza sessuale e di genere.

Un intero giorno come quello che esattamente 48 anni fa paralizzò il Paese e innescò un cambiamento epocale per la parità di genere e i diritti femminili, a cui ha aderito il 90% delle donne. Una grande manifestazione, allora come ora, per costringere la società a riflettere sulle differenze salariali dovute al genere e sulla diffusa violenza sessuale nel Paese. I media locali hanno parlato di 70-100mila persone presenti.

Nonostante l’Islanda sia da 14 anni consecutive al primo posto della classifica del World Economic Forum per la lotta al gender gap, le organizzatrici dello sciopero denunciano una situazione ancora di sperequazione. A protestare in piazza anche la premier Katrin Jakobsdottir e varie ministre del suo governo, fra cui le ministre della Giustizia e della Cultura. La premier ha sottolineato che non sono stati raggiunti gli obiettivi di piena uguaglianza di genere, cosa «inaccettabile nel 2023» nonostante siano la priorità del suo governo.

Violenze nel mondo dello sport. Allenatore abusa per anni delle sue allieve tenniste

Angelique Cauchy è un’ex tennista francese che diversi anni fa veniva considerata una delle più promettenti al mondo, tanto da aver scalato le classifiche juniores fino a diventare numero due del mondo.

Durante gli anni di allenamento era ancora minorenne, ed è stata vittima del suo allenatore Andrew Gueddes a più riprese. Come lei altre giovani di età compresa tra i 12 e i 17 anni lo sono state da parte dello stesso molestatore. Oggi Angelique Cauchy ha 36 anni e racconta nuovi episodi riguardanti gli abusi che ha subito dal suo allenatore.

«Sono stati i 15 giorni peggiori della mia vita. Mi violentava tre volte al giorno. La prima notte mi ha chiesto di andare nella sua stanza e non l’ho fatto. E così è entrato lui nella mia. Ero prigioniera, non potevo andarmene quando volevo. Le sere dopo, sembra una follia, ma ci sono andata da sola, e ho fatto quei 13 passi che mi separavano dalla sua stanza per andare a farmi violentare. Ho pensato di uccidermi».

Non solo violenze fisiche, ma anche psicologiche devastanti: «Per spaventarmi mi ha addirittura detto che avevo l’AIDS. Tra i 13 e i 18 anni ho vissuto pensando di avere l’AIDS»

Nel mese di maggio aveva anche raccontato di essere stata “violentata quasi 400 volte” dal suo allenatore “per due anni“. Adesso ha descritto cosa avvenne durante un ritiro durato 15 giorni, in cui è stata violentata fino a tre volte nello stesso giorno.

Cauchy non è stata l’unica vittima di Andrew Gueddes, che dal 2021 sta scontando una pena detentiva di 18 anni per violenza sessuale su quattro minori.

Al via campagna di comunicazione “Made in Sicily Bontà al Quadrato”

La promozione del sistema produttivo regionale all’insegna della responsabilità sociale

Promozione e valorizzazione del sistema produttivo in Sicilia, è quanto promosso dalla campagna promozionale: “Made in Sicily Bontà al Quadrato”, all’insegna della responsabilità sociale.

La Sicilia celebra un anno dall’entrata in vigore (29 ottobre 2022) della legge italiana di ratifica della Convenzione C190 sull’eliminazione della violenza e delle molestie nel mondo del lavoro dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, attraverso questa rilevante iniziativa.

L’Associazione 6come6.6libera in collaborazione con la Confederazione delle piccole e medie imprese siciliane (Confapi Sicilia) nell’ambito del progetto “La Sicilia che piace” promosso dall’assessorato alle Attività Produttive della Regione Siciliana lancia la campagna promozionale finalizzata alla valorizzazione del sistema produttivo regionale, quale sistema di eccellenza in ottica di responsabilità sociale, di impresa e politiche di welfare, orientate al miglioramento della qualità di vita dei lavoratori e del benessere della collettività.  Da questo impegno concreto e socialmente responsabile è nato il primo Osservatorio Europeo contro le molestie e violenze sul lavoro: www.6libera.org.

 “Un’ iniziativa partita dai nostri imprenditori siciliani e che poi si è diramata a livello nazionale, con il supporto e coinvolgimento  non solo di aziende di eccellenza associate a Confapi Sicilia come, il Gruppo Irritec, Moak SPA, Damiano Organic SPA, Mecogest SRL, Maredamare srl, Promimpresa e Agriplast SPA, testimonial nello spot, ma anche realtà di eccellenza nazionali come Beup Information Communication Technology SRL, Openjobmetis SPA, Gruppo Assicurazioni Generali, Inalpi, e molte altre”  afferma Dhebora Mirabelli, Presidente Confapi Sicilia. La campagna di comunicazione prevede la realizzazione di uno spot che da oggi sino al 27 ottobre, sarà veicolato dalla TV regionale, Tele Giornale di Sicilia (TGS), canale 12, alle ore 13.30, prima del tg delle 13,50. Partirà anche lo spot su RGS, Radio Giornale di Sicilia che sarà affiancato da una campagna social attraverso le pagine istituzionali Facebook dell’Associazione 6come6.6libera (6libera6come6) e della Confederazione delle piccole e medie imprese siciliane Confapi Sicilia (confapisicilia.it).

Più di una persona su cinque subisce violenza e molestie sul lavoro

Secondo l’Istat, le donne italiane che hanno subito qualche forma di violenza di genere sul luogo di lavoro, solo tra il 2015 e il 2016, sono 1 milione e 404.000. Più di 1 donna su 2 in Italia ha subito molestie o discriminazioni sul posto di lavoro. 1 su 5 ha subito contatti fisici indesiderati. Più della metà è stata vittima di commenti espliciti non richiesti.

Un dato confermato anche dall’indagine diffusa dall’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) e Fondazione Lloyd’s Register e Gallup, che nel 2021 ha coinvolto quasi 75.000 lavoratrici e lavoratori di 121 Paesi, che ha rivelato che più di 1 persona su 5 (quasi il 23%) ha subito violenza e molestie di natura psicologica o sessuale nell’ambito di lavoro. Tra loro, però, solo poco più della metà (54,4%) ha condiviso la propria esperienza con qualcuno, e spesso solo dopo averne vissuta più di una forma di violenza e molestie. Le persone erano anche più propense a dirlo ad amici o familiari, piuttosto che usare altri informali o canali formali. I motivi? La paura che fosse una “perdita di tempo” e “paura per la propria reputazione”.

Nel giugno 2019 l’Organizzazione internazionale del lavoro ha approvato la Convenzione 190 sull’eliminazione della violenza e delle molestie nel mondo del lavoro che ha sancito l’obbligo di adottare misure normative coerenti poiché “la violenza e le molestie nel mondo del lavoro possono costituire un abuso o una violazione dei diritti umani e che la violenza e le molestie rappresentano una minaccia alle pari opportunità e che sono inaccettabili e incompatibili con il lavoro dignitoso”.

All’evento “L’Italia vincente. Un anno di risultati” i ringraziamenti per il lavoro di Confapi e 6Libera per le pari opportunità

Sabato 23 settembre 2023 si è tenuto al Palace Hotel di Palermo l’evento: “L’Italia vincente. Un anno di risultati”, durante il quale si è discusso, tra le diverse attuali tematiche, anche della differenza di genere che nella società affonda le sue radici nell’assenza del riconoscimento delle pari opportunità.

Le pari opportunità sono un principio fondamentale che promuove l’idea che tutte le persone, indipendentemente dal loro genere, dovrebbero avere le stesse opportunità, diritti e accesso alle risorse. Le pari opportunità sono un obiettivo importante per promuovere una società giusta ed equa in cui tutti possano raggiungere il loro pieno potenziale, indipendentemente dal loro genere.

Il vicesindaco di Palermo, Carolina Varchi, definisce le pari opportunità come condizione affinché ci sia una libertà.

A tal riguardo, durante il suo discorso, agganciandosi alla problematica della sicurezza, il vicesindaco di Palermo Carolina Varchi ringrazia Confapi Sicilia per l’iniziativa che tutela le donne da molestie e violenze sul lavoro www.6libera.org

Hostess molestata. Assolto dalle accuse di molestie sessuali a Busto Arsizio

Nel gennaio del 2022 il tribunale penale di Busto Arsizio aveva assolto Raffaele Meola, rappresentante sindacale della CISL, dal reato di violenza sessuale: durante un incontro di lavoro negli uffici del sindacato dell’aeroporto di Malpensa, Meola aveva palpeggiato un’assistente di volo. Il tribunale aveva confermato che erano stati compiuti atti sessuali, la vittima era stata ritenuta credibile e la fondatezza delle accuse era stata accertata da testimonianze di altre donne che avevano subito dallo stesso uomo comportamenti simili. Ma aveva assolto l’imputato perché la vittima aveva reagito dopo 20 secondi. Secondo le giudici, la mancanza di reazione aveva creato una sorta di consenso implicito.

La condotta dell’uomo, c’era scritto nella sentenza, «non ha implicato alcun costringimento fisico della vittima», previsto dall’articolo 609 bis del codice penale sulla violenza sessuale, «né si è concretizzata in atti idonei a superare la volontà contraria della persona offesa per insidiosità e repentinità»: l’assistente di volo durante la prolungata molestia «ha continuato a sfogliare e a leggere documenti senza manifestare nessun dissenso» ed era, secondo il tribunale, «nelle condizioni di potersene andare» perché la porta non era chiusa a chiave.

Global Women Inventors & Innovators Awards 2023

Nella serata del 7 settembre si terrà a Reykjavik, in Islanda, l’Awards Gala Dinner Ceremony Gamla Bio. Nel corso dell’evento, la Presidente dell’associazione 6libera.6come6, Dhebora Mirabelli, riceverà il premio mondiale Award Women 4 Solution e Sostenibility per il progetto e le iniziative integrate 6libera.org, l’Osservatorio Digitale contro le molestie e violenze sui luoghi di lavoro.

La Presidente dell’associazione, Dhebora Mirabelli, ha già ottenuto importanti riconoscimenti nel 2022. Ad ottobre Itwiin 2022 Donne eccezionalmente creative e innovative nella sezione Capacity Building per il progetto 6Libera e il 6 dicembre 2022 il premio Standout Women 2022 presso il Parlamento italiano.

Buffet in hotel a bordo piscina: una ragazza coperta di cioccolato

Un buffet di dolci a bordo piscina e tra un pasticcino e l’altro una ragazza in costume da bagno ricoperta di cioccolato. È accaduto a Ferragosto al Voi Colonna Hotel di Golfo Aranci. L’episodio è stato reso pubblico da un manager milanese in vacanza in Sardegna che ha pubblicato sul suo profilo LinkedIn la foto del buffet e un commento in cui parla espressamente di “corpo femminile come oggetto”, chiamando in causa la catena Voi Hotels e il gruppo Alpitour e innescando una bufera social. L’ospite del resort si chiede come possa una catena alberghiera “permettere che nelle proprie strutture ci siamo questi comportamenti, dove il corpo di una donna, di una lavoratrice, sia equiparato a quello di una stoviglia per assecondare l’occhio malizioso dì qualcuno”. L’uomo ha anche riportato il commento della figlia 14enne: «Papà, che schifo, questo non è un Paese dove potersi realizzare», e ha concluso: «Parlare di sostenibilità e di etica è molto semplice, rendere questi valori aziendali vivi nel quotidiano è sicuramente molto più difficile».

Voi Hotels ha replicato al turista. «Desideriamo, prima di tutto, porgere a lei, alla sua famiglia e in particolare a sua figlia, nonché ai nostri clienti, le più sincere scuse a nome di tutto il management Voi hotels. Ci rammarichiamo profondamente per l’incidente verificatosi e desideriamo ribadire con fermezza che non abbiamo mai avuto alcuna intenzione di rappresentare valori diversi da quelli che abbracciamo. Stiamo intraprendendo azioni immediate per affrontare questo episodio in modo costruttivo e per garantire che in futuro nessun cliente debba sentirsi offeso in alcun modo».

Giornalista demansionata dopo la maternità

Lunedì scorso il tribunale del Lavoro di Milano ha condannato il Sole 24 ore per aver demansionato e discriminato la collega Lara Ricci, vice-caposervizio da anni al supplemento culturale Domenica, al rientro dalla maternità.

Il suo lavoro quotidiano era quello di correttrice di bozze. Le sue rubriche le sono state cancellate, così come le trasferte e tutte le attività di organizzazione e ideazione delle pagine e le possibilità di scrittura ridotte drasticamente. A niente sono serviti gli interventi del Cdr, che si è schierato subito a fianco della giornalista e due diffide inviate. Nemmeno le richieste di un colloquio con la nuova amministratrice delegata hanno mai avuto risposta. Il giudice del lavoro, ha condannato il Sole 24 ore a riassegnare alla ricorrente le mansioni pregresse e a risarcire Ricci per il danno alla professionalità, per danno non patrimoniale all’immagine e le immancabili spese di lite. La sentenza colpisce un giornale che a gennaio aveva ottenuto la certificazione di parità del genere  e dove molte giornaliste si spendono per la causa delle donne, e contro la discriminazione sessuale in Italia.