Opuscolo “Mobbing aree di intervento” della Rete Regionale Consiglieri/e di Fiducia

Il Consigliere di Fiducia della Regione Siciliana, la Dott.ssa Roberta Alaimo, pubblica l’opuscolo informativo “Mobbing e aree di intervento”.

Cosa si intende per mobbing?

Si può definire Mobbing una situazione lavorativa di conflittualità sistematica, persistente e in costante progresso, in cui una o più persone vengono fatte oggetto di azioni ad alto contenuto persecutorio da parte di uno o più aggressori in posizione superiore, inferiore o di parità, con lo scopo di causare alla vittima danni di vario tipo e gravità. La persona mobbizzata si trova nella impossibilità di reagire adeguatamente a tali attacchi e, a lungo andare, accusa disturbi psicosomatici, relazionali e dell’umore che possono portare anche a invalidità psicofisica permanente. Qualsiasi persona in un contesto di lavoro può essere vittima di Mobbing.

Consulta l’opuscolo: clicca qui

Fonte: https://www.regione.sicilia.it/la-regione-informa/mobbing-opuscolo-informativo

Molestie sul lavoro: giustizia per una dipendente, la Cassazione conferma la condanna all’Ente locale

Nel 2020, una dipendente di un Ente locale della provincia di Rimini ha denunciato di essere stata vittima di molestie sessuali da parte di un collega sul luogo di lavoro. Questo episodio di violenza non è rimasto impunito: il caso è stato portato avanti fino ai tribunali competenti, che hanno riconosciuto la gravità della situazione e la necessità di accertare responsabilità.

Dopo un lungo iter giudiziario, nel 2023 la Corte d’Appello di Bologna ha stabilito che l’Ente locale aveva una responsabilità diretta per discriminazione di genere. L’Ente ha poi presentato ricorso contro questa decisione, ma la Corte di Cassazione, con una sentenza emessa il 21 dicembre 2024, ha confermato la condanna.

La Cassazione ha richiamato i principi della Convenzione del Consiglio d’Europa, sottolineando che gli Stati membri devono impegnarsi per eliminare la violenza e le molestie nei luoghi di lavoro, garantendo protezione e giustizia per le vittime. Questo caso ribadisce l’importanza di creare ambienti di lavoro sicuri, dove episodi simili possano essere prevenuti e affrontati con fermezza.

Fonte: https://www.riminitoday.it/cronaca/molestata-da-un-collega-sul-luogo-di-lavoro-arriva-la-condanna-definitiva-della-cassazione.html

Il gaslighting sul lavoro: una manipolazione subdola e diffusa

Immagina questa situazione: ti viene chiesto di svolgere un compito in un determinato modo. Tu esegui le istruzioni con cura, convinto di aver rispettato le direttive. Poi, però, il tuo responsabile ti rimprovera, sostenendo che hai capito male e che il documento avrebbe dovuto essere steso in un’altra maniera. Quello che potrebbe sembrare solo un malinteso si rivela, in realtà, una strategia manipolatoria volta a mettere in discussione la tua competenza e percezione. Questo è un esempio di gaslighting sul lavoro, un fenomeno subdolo e, purtroppo, molto diffuso nei contesti lavorativi.

Cos’è il gaslighting?

Il termine “gaslighting” deriva dal film britannico Gaslight del 1944, in cui un uomo manipola la moglie per farla dubitare della propria sanità mentale, alterando piccoli dettagli della realtà e negandoli quando lei li nota. Nel contesto lavorativo, questa manipolazione psicologica si traduce in comportamenti volti a far dubitare una persona delle proprie capacità, percezioni o valore.

Come si manifesta sul lavoro?

Il gaslighting sul lavoro è spesso legato a dinamiche di potere e può essere messo in atto da superiori, colleghi o persino clienti. Alcuni esempi concreti includono:

  • Cambiamento delle direttive senza avvisare: Ti vengono date istruzioni chiare, ma successivamente il responsabile cambia idea e ti accusa di non aver seguito le indicazioni corrette.
  • Negazione della realtà: Nonostante le prove (email, messaggi o documenti), il manipolatore insiste nel dire che non ha mai dato determinate istruzioni o che ha sempre avuto aspettative diverse.
  • Colpevolizzazione costante: Ogni errore viene attribuito a te, anche se è frutto di una cattiva gestione da parte del superiore o del team.
  • Minimizzazione del tuo contributo: Quando ottieni un risultato positivo, viene sminuito o attribuito al lavoro di qualcun altro, creando una narrativa che mette in dubbio le tue competenze.

Perché il gaslighting è pericoloso?

Questo tipo di manipolazione non si limita a creare disagio temporaneo. Gli effetti possono essere profondi e a lungo termine:

  1. Danneggia l’autostima: Chi subisce gaslighting può iniziare a dubitare delle proprie capacità, finendo per sentirsi inadeguato o incapace.
  2. Crea insicurezza e ansia: La costante messa in discussione della propria realtà genera uno stato di tensione continua, che può sfociare in ansia cronica o burnout.
  3. Erode la fiducia: Non solo la fiducia verso il manipolatore, ma anche quella in se stessi e nei colleghi, compromettendo la qualità delle relazioni lavorative.

Come riconoscere e affrontare il gaslighting sul lavoro

Riconoscere il gaslighting è il primo passo per affrontarlo. Ecco alcuni suggerimenti utili:

  • Documenta le comunicazioni: Conserva email, messaggi e appunti delle riunioni per avere prove tangibili di quanto discusso.
  • Fai domande precise: Chiedi conferme sulle direttive o sugli obiettivi, magari con follow-up scritti.
  • Cerca supporto: Parla con colleghi di fiducia o, se necessario, coinvolgi il dipartimento delle risorse umane.
  • Fissa limiti chiari: Non permettere al manipolatore di mettere in dubbio il tuo valore. Rivendica con fermezza i tuoi successi e il tuo impegno.

Un fenomeno trasversale

Il gaslighting non si limita al lavoro. È presente in tutti i contesti sociali, dalle relazioni personali alla famiglia, fino alla politica. Tuttavia, l’ambiente lavorativo è particolarmente fertile per questo fenomeno, poiché gerarchie e dinamiche di potere spesso favoriscono l’insorgere di comportamenti manipolatori.

Contrastare il gaslighting significa non solo proteggere se stessi, ma anche contribuire a creare ambienti di lavoro più sani e rispettosi. Le aziende hanno la responsabilità di formare i propri leader per riconoscere e prevenire queste dinamiche tossiche, favorendo una cultura basata sulla fiducia e sulla trasparenza.

Fonte: https://www.repubblica.it/venerdi/2025/01/03/news/se_il_capo_ti_fa_del_gaslighting-423918444/

Un docente bacia nei bagni della scuola l’allieva 16enne, uno studente scatta la foto. Professore condannato

Un professore bacia una sua studentessa minorenne nei bagni della scuola e nel frattempo un altro studente scatta una foto e la fa finire sul tavolo della presidenza, dando così il via alle indagini. Era il 2019, la scuola era un istituto tecnico. Durante le indagini era emerso come la ragazza avesse una “situazione di fragilità”, di cui il docente avrebbe approfittato, a causa di una situazione familiare complessa. Ai carabinieri aveva prima detto di provare “stima” per il suo professore, uomo sposato, ma pochi giorni dopo aveva raccontato di almeno due incontri intimi.

Il professore, all’epoca 60enne, è stato condannato in primo grado alla pena di 3 anni e nove mesi per atti sessuali con minore, aggravati dall’abuso derivante dalla posizione di insegnante dell’uomo.

Il giudice ha riconosciuto alla giovane il diritto al risarcimento.

Il racconto della studentessa è stato ritenuto “attendibile e coerente”, l’imputato ha fatto spontanee dichiarazioni in aula dicendo di aver messo nella relazione solo “sentimento” e di volere “ancora bene” all’ex allieva. Dopo l’avvio dell’indagine il professore era stato prima sospeso e poi licenziato, e adesso ha beneficiato di Quota 100 andando in pensione anticipata.

Settori e professioni con disparità uomo-donna: pubblicato il Decreto interministeriale

È disponibile nella sezione “Normativa” del sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in collaborazione con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, il decreto datato 30 dicembre 2024. Il documento individua per il 2025, basandosi sui dati Istat più recenti, i settori e le professioni in cui la disparità uomo-donna supera del 25% la media nazionale.

L’elenco dettagliato è consultabile negli Allegati 1 (tabella A) e 2 (tabella B) del Decreto, fondamentale per l’applicazione degli incentivi all’assunzione previsti dalla Legge 92/2012. Per maggiori informazioni clicca qui.

Lavoro: 58 milioni per l’occupazione femminile di donne in difficoltà o vittime di violenza

La Regione Siciliana ha stanziato circa 58 milioni di euro per favorire l’inserimento lavorativo delle donne in condizioni di svantaggio e delle vittime di violenza. Nell’ambito del programma FSE+ 2021-2027, l’Assessorato regionale al Lavoro ha pubblicato il bando “Occupazione Donna”, rivolto alle associazioni temporanee di scopo o di imprese, con l’obiettivo di sostenere progetti che agevolino l’accesso al mondo del lavoro. Tra le attività previste figurano l’orientamento specialistico, la formazione certificata in ambiti come lingue, informatica e sicurezza sul lavoro, i tirocini, il supporto per la creazione di imprese e l’inserimento lavorativo.

Il bando è destinato a donne di età compresa tra i 18 e i 56 anni, disoccupate o inoccupate, incluse quelle che hanno intrapreso o completato un percorso di uscita dalla condizione di vittima di violenza, riconosciuto dai Centri antiviolenza. Per partecipare, le candidate devono essere residenti o domiciliate in Sicilia da almeno sei mesi al momento della pubblicazione del bando, possedere la cittadinanza italiana o essere donne extracomunitarie regolarmente soggiornanti, ed essere iscritte a un Centro per l’Impiego della Regione Siciliana.

Il Dipartimento Lavoro provvederà successivamente a comunicare le modalità per presentare le domande attraverso il sistema informatico dedicato.

Un terzo dei lavoratori in Svizzera subisce molestie sessuali: urgono interventi e la ratifica della Convenzione OIL 190

In Svizzera, oltre 1,5 milioni di lavoratrici e lavoratori – ovvero almeno il 30% – hanno vissuto episodi di molestie sessuali o comportamenti indesiderati a connotazione sessuale, come emerge da una recente indagine. Questi fenomeni colpiscono in particolare donne, giovani, apprendisti e lavoratrici precarie, confermando una dinamica già evidenziata da sondaggi condotti da Unia nei settori dell’edilizia, della ristorazione e dell’industria alberghiera.

Spesso, la violenza a sfondo sessuale si configura come un abuso di potere, aggravato dalla mancanza di misure protettive da parte dei datori di lavoro. Nonostante l’obbligo legale di garantire assistenza e protezione, molte aziende – soprattutto piccole e medie imprese (PMI) e realtà della Svizzera italiana – trascurano di intervenire adeguatamente. La mancanza di consapevolezza e strumenti specifici amplifica il problema, lasciando le vittime senza tutele efficaci.

A oggi, la Svizzera non ha ancora ratificato la Convenzione OIL 190 contro la violenza sul lavoro, a differenza di 45 altri Paesi. Questo ritardo, dovuto a un blocco parlamentare, è ritenuto inaccettabile. Unia sollecita una ratifica immediata della Convenzione per offrire finalmente una protezione concreta e sistematica alle lavoratrici e ai lavoratori.

Un impegno deciso da parte di istituzioni e imprese è fondamentale per creare un ambiente lavorativo sicuro e rispettoso, dove le molestie sessuali siano prevenute e combattute con determinazione.

Violenza economica: un dramma ancora attuale

Nel 2024 ci sono ancora donne che non possono decidere come utilizzare il proprio stipendio. Il partner glielo impedisce, nascondendo l’ammontare delle risorse economiche familiari e vietando loro di sapere come vengono spese. Secondo l’Istat, il 40% delle donne che si rivolgono ai centri antiviolenza subisce quella che viene definita violenza economica. Una forma di abuso che va oltre l’aspetto finanziario, generando profonde ferite psicologiche.

Fuori dai centri antiviolenza, l’Ipsos ha rilevato che una donna su due ha subito almeno una volta violenza economica all’interno della coppia. Per le donne separate o divorziate, il dato è ancora più drammatico: quasi 7 su 10 ne sono vittime.

Nonostante la gravità di questa forma di abuso, solo il 59% degli italiani la considera “molto grave”. Eppure, le sue conseguenze sono devastanti, soprattutto per le donne più vulnerabili che sono le casalinghe, il 41% vittime, le lavoratrici in nero per il 32,9% e le disoccupate per il 30,6%.

La situazione non cambia molto per le donne che hanno un lavoro regolare. Sorprende e indigna sapere che il 16% delle donne con un lavoro regolare subisce comunque violenza economica: una donna su sei non ha accesso al proprio stipendio.

La violenza economica resta una piaga subdola e spesso invisibile, ma è una delle forme più gravi di controllo e oppressione. Riconoscerla e affrontarla è essenziale per costruire un futuro di vera libertà per tutte le donne.

Molestie sul lavoro: la fotografia scattata da Assosomm e 6libera, in collaborazione con il CENSIS: Cresce la sensibilità al problema ma ancora poche aziende conta su politiche attive

In occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donneAssosomm, Associazione Italiana delle Agenzie per il Lavoro, insieme a 6libera – Osservatorio contro le molestie e violenze sul lavoro, presenterà oggi pomeriggio l’analisi elaborata in collaborazione con l’Istituto di Ricerca Censis dal titolo: “La prevenzione delle molestie sul lavoro nelle aziende: un’emergenza silenziosa”. Sede dell’incontro, il CNEL, presso cui si svolgerà l’evento “Ripartiamo dai diritti”, organizzato in collaborazione con Confederazione della Piccola e Media Industria (Confapi).

La riflessione ha coinvolto un panel qualificato di aziende, emerge come, nonostante la crescente consapevolezza sociale e le normative sempre più stringenti, solo un terzo circa delle aziende intervistate abbia dichiarato di aver implementato politiche scritte per contrastare le molestie. Un dato che fa molto riflettere, soprattutto se si considera che il 75,8% degli imprenditori intervistati ha ammesso l’importanza di affrontare questo tema.

C’è un gap enorme tra la consapevolezza e l’azione – ha sottolineato Dhebora Mirabelli, Presidente dell’Osservatorio contro le molestie e violenze sul lavoro 6libera.orgLe aziende sanno che il problema esiste, ma non stanno facendo abbastanza per risolverlo. Dobbiamo fornire strumenti e azioni per supportarle e incentivarle a informare i lavoratori e le lavoratrici e fare prevenzione.”

Interessante rilevare inoltre come il 64,6% delle aziende coinvolte nel panel, non offra alcuna formazione specifica ai dipendenti sulla prevenzione delle molestie, lasciando i lavoratori non preparati di fronte a situazioni potenzialmente traumatiche. Inoltre, oltre la metà delle aziende non ha sistemi sicuri e anonimi per segnalare episodi di molestie, che possano contribuire a ridurre le vittime al silenzio e alla paura di ritorsioni. 

“Attraverso il Fondo interprofessionale per le PMI – FAPI, nel corso del 2024 abbiamo lanciato un’azione pilota che ha portato all’utilizzo del 10% delle risorse a favore delle aziende per la formazione, per finanziare piani specifici sul tema molestie e violenze sul lavoro, formato circa 12 mila lavoratori ed erogate 3500 ore di formazione in tema di tutela, salute e sicurezza specifica per le lavoratrici vittime di discriminazioni, abusi, mobbing, ricatti e violenze sessuali – continua la Presidente dell’Osservatorio 6libera.orgDhebora Mirabelli Un dato che ci deve invogliare a proseguire su questa linea, come ci suggerisce la ricerca.”

“L’evento di oggi ci ha offerto un’occasione fondamentale per riflettere su un tema delicato e ancora troppo sottovalutato – ha dichiarato Rosario Rasizza, Presidente di AssosommLa ricerca ci consegna un messaggio chiaro: le imprese e le istituzioni devono fare di più per prevenire le molestie sul lavoro. Le Agenzie per il Lavoro, in particolare, sono in prima linea non solo nel garantire la regolarità assuntiva, ma anche, attraverso il dialogo quotidiano con le imprese, nella creazione di un ambiente di lavoro inclusivo e sereno, dove non ci sia spazio per le molestie. Anche quelle sottili, spesso perpetrate senza che chi le compie si renda conto della loro gravità. È indispensabile che tutti, aziende e lavoratori, siano sensibilizzati e supportati con strumenti adeguati, percorsi sicuri di denuncia e politiche che tutelino chi ha il coraggio di segnalare”. 

Giulio De Rita, ricercatore Censis e coordinatore dell’analisi, ha aggiunto: “Questa differenza tra il pensiero e l’azione è anche il frutto di un ragionamento diffuso: “le molestie sul lavoro sono una cosa orribile, ma per fortuna qui da noi non avvengono!”, è invece essenziale capire che la prevenzione crea un clima in cui aumenta la fiducia e il lavoro è migliore, perché le lavoratrici e i lavoratori si sentono tutelati. Non solo è giusto quindi, ma anche utile, che le confederazioni e le Agenzie per il Lavoro facciano pressione sulle aziende, affinché la grande sensibilità che questo tema ha suscitato, si traduca in azioni concrete di prevenzione.”

In conclusione, i risultati dell’indagine presentata oggi al CNEL evidenziano l’urgente necessità di intervenire per migliorare la prevenzione e il contrasto delle molestie sul lavoro nelle aziende italiane.

Di seguito il link per accedere alla diretta: clicca qui

Il coraggio del rispetto: insieme per confrontarci su diritti e parità sui luoghi di lavoro. Convegno del 22 novembre 2024 al Teatro Q77 di Torino

Secondo l’Istat, tra il 2022 e il 2023, 2,3 milioni di persone hanno subito almeno una molestia sul lavoro in Italia e l’81,6% di queste vittime è donna. Le giovani tra i 15 e i 34 anni sono le più colpite.  Secondo l’ILO, Organizzazione Internazionale del Lavoro, le perdite economiche legate alle molestie e alle violenze sul posto di lavoro rappresentano tra l’1 e il 3,5% del Prodotto Interno Lordo nazionale.

Lo Studio Europeo sulla Violenza contro le Donne (2014), condotto dall’Agenzia dell’Unione Europea per i Diritti Fondamentali (FRA), dichiara che circa una donna su due (55%) ha subito almeno una forma di molestia. Il 32% delle donne molestate sessualmente identifica come responsabile un collega, un superiore o un cliente sul luogo di lavoro.

Il coraggio del rispetto” è il titolo dell’incontro rivolto a imprese, lavoratori e lavoratrici, organizzato dal Comitato per l’Imprenditoria Femminile della Camera di commercio di Torino per prepararsi alla giornata internazionale contro la violenza sulle donne del 25 novembre. L’incontro è organizzato con la collaborazione di 24 realtà territoriali (associazioni datoriali e di categoria, sindacati, mondo bancario e assicurativo, ordini professionali). Si tratta del primo evento sul territorio nato dalla collaborazione attiva di tutti questi soggetti uniti insieme nella lotta alla violenza e alla discriminazione.

Nella mattinata del 22 novembre al Teatro Q77 di Torino, si parlerà di rispetto e inclusività, sottolineando l’importanza del linguaggio inclusivo nel promuovere parità e sicurezza sui luoghi di lavoro. Attraverso interventi di esperte e testimonianze aziendali, si spiegherà come evitare la discriminazione e come la valorizzazione delle diversità possa portare benefici concreti nella creazione di ambienti di lavoro sani e produttivi.

Programma della giornata

10.00 Introduzione teatrale a cura di Elena Ruzza

10.20 Interventi istituzionali 

Dario Gallina – Presidente Camera di commercio di Torino 

Brigitte Sardo – Presidente Comitato per l’imprenditoria femminile della Camera di commercio di Torino    

Michela Favaro – Vicesindaca Città di Torino, Assessore al Lavoro, Personale, Attività produttive, Patrimonio, Partecipazione, Formazione professionale e Sistema carcerario 

10.40 Il vocabolario del rispetto sul luogo di lavoro 

Manuela Manera – Linguista

11.00 Parità e sicurezza sui luoghi di lavoro: un binomio possibile 

Elisabetta Ubaldi – Responsabile INAIL sede di Torino Sud

11.20 L’importanza di non discriminare 

Dhebora Mirabelli – Presidente Associazione 6libera

11.40 Testimonianze di impresa 

Carla Maria Tiburtini – Avio Aero, a GE Aerospace company

Franco Dutto e Stefania Lamparelli – Tsubaki Nakashima Co. Ltd

12.20 Aspettando il 25 novembre: il Comitato per l’imprenditoria femminile insieme per contrastare le violenze, molestie e tutte le discriminazioni

Conduce 

Brigitte Sardo – Presidente Comitato per l’imprenditoria femminile della Camera di commercio di Torino