«Basta violenza, mi licenzio»: la scelta di un’autista di bus per 20 anni

Una donna, dopo anni passati alla guida di autobus ha presentato le dimissioni. La ragione è una serie infinita di episodi di violenza, insulti e minacce subiti sul lavoro, spesso semplicemente per aver chiesto ai passeggeri di mostrare il biglietto.
L’ultimo episodio ha visto un passeggero senza biglietto tentare di buttarsi contro il pullman e poi bloccarlo per venti minuti, piazzandosi in mezzo alla strada. Questo è stato solo l’ennesimo caso in una lunga serie di situazioni simili vissute da Giuliana e dai suoi colleghi, che l’hanno portata a prendere la difficile decisione di licenziarsi.
La donna ha avuto anche problemi di stomaco, che il medico ha definito psicosomatici. Durante un periodo di ferie e malattia per una caduta sugli sci, i disturbi sono scomparsi, confermando che lo stress lavorativo era alla base del malessere.
Essere una donna autista ha spesso significato dover affrontare ulteriori difficoltà. Alcuni passeggeri hanno sottolineato che, in quanto donna, dovrebbe limitarsi a guidare, ignorando le altre responsabilità del suo ruolo, come il controllo dei biglietti. Questo atteggiamento ha contribuito a rendere il suo lavoro ancora più stressante e pericoloso.
Giuliana ha deciso di non tornare al lavoro perché non si sente tranquilla e tutelata. Manca, secondo lei, la giusta severità verso chi non rispetta le regole e gli autisti sono lasciati alla mercé di tutti. La scelta non è stata facile, soprattutto a quasi 58 anni e senza alternative immediate. Potrebbe considerare di guidare autobus granturismo per evitare ulteriori episodi di maleducazione, insulti e minacce, ma per ora ha deciso di fermarsi.
Anche il suo datore di lavoro ha cercato di convincerla a restare, ma Giuliana è irremovibile: le condizioni non sono più accettabili. La sua storia non è un caso isolato. Molti autisti di mezzi pubblici, in Italia e nel mondo, denunciano condizioni di lavoro sempre più difficili, con episodi di violenza e mancanza di rispetto in costante aumento. La decisione di Giuliana di licenziarsi è un monito per le aziende e le istituzioni: è urgente intervenire per garantire maggiore sicurezza e tutela a chi svolge un lavoro essenziale per la comunità.
Con il suo coraggio, Giuliana ha scelto di mettere al primo posto la sua salute e la sua dignità. Una scelta che fa riflettere e che spera possa contribuire a cambiare le cose, non solo per lei, ma per tutti i lavoratori e le lavoratrici che ogni giorno affrontano situazioni simili.