Global Gender Gap 2024: Italia in retrocessione ma si moltiplicano le iniziative per la parità di genere

Il World Economic Forum definisce tramite il Global Gender Gap Report 2024 che ci vorranno 134 anni per raggiungere una piena parità di genere a livello mondiale. Nel documento si evince però che l’Italia, sui 146 Stati presi in esame, si colloca all’87° posto, segnando ben -8% punti sul 2023. Tuttavia in Italia la gender equality è sempre più al centro del dibattito pubblico e istituzionale. Si moltiplicano le istanze e le iniziative volte a promuovere una società più inclusiva e paritaria, sia sotto il profilo culturale che economico. Il Pnrr ha previsto misure specifiche per il sostegno all’occupazione femminile che spaziano dalle opportunità di accesso al lavoro alle possibilità di formazione e di carriera. La parità di genere, infatti, si rivela una grande sfida culturale, ma anche un prezioso motore di crescita per le imprese e per il Paese. Il mondo della normazione tecnica italiana si sta attrezzando per fornire tutti gli strumenti necessari, a cominciare dalla prassi di riferimento UNI/PdR 125, che dal 2022 ad oggi è stata adottata, su base volontaria, da oltre 15mila realtà.  

La UNI/PdR 125, infatti, ha lo scopo di avviare un percorso di cambiamento diffuso per superare la visione stereotipata dei ruoli e attivare i talenti femminili. Affinché le azioni volte al raggiungimento della parità di genere siano efficaci, è stata definita una serie di indicatori (kpi) che garantiscono una misurazione del livello di “maturità” delle singole organizzazioni.

I kpi sono di natura quantitativa e qualitativa: i primi sono misurati in termini di variazione percentuale rispetto a un valore interno aziendale o al valore medio di riferimento nazionale o del tipo di attività economica; i secondi in termini di presenza o assenza. A ogni indicatore è associato un punteggio il cui raggiungimento viene ponderato per il peso dell’area di valutazione: è previsto il raggiungimento del punteggio minimo di sintesi complessivo del 60% per determinare l’accesso alla certificazione. Chi viene certificato, ottiene il marchio UNI, che testimonia l’adesione a un modello unificato.