Quando i nuovi assunti vengono pagati di più, i dipendenti più performanti si dimettono per primi
Per attrarre i migliori talenti, i datori di lavoro spesso offrono ai nuovi assunti stipendi più alti rispetto a quelli dei dipendenti esistenti con ruoli equivalenti. Tuttavia, quali conseguenze ha questo fenomeno sull’efficienza dei dipendenti attuali, soprattutto su coloro che sono performanti? E quali strategie possono adottare le organizzazioni per bilanciare la necessità di reclutare nuovi talenti senza creare disparità retributive che possano destabilizzare i team?
La Harvard Business Review risponde a questi interrogativi adottando un campione del proprio database clienti, il Visier Community Data, che comprende oltre 4 milioni di dipendenti in tempo reale provenienti da circa 100 aziende negli Stati Uniti, Canada ed Europa nel periodo dal 2018 al 2023. L’obiettivo era quello di esaminare e confrontare incarichi e stipendi dei dipendenti ad alte prestazioni con quelli a prestazioni inferiori utilizzando metodi statistici per individuare pattern e tendenze nei dati.
Dai risultati della prima analisi, emerge che i dipendenti la cui retribuzione è stata adeguata subito dopo l’assunzione di un collega con stipendio superiore hanno mostrato una maggiore propensione a rimanere nell’azienda, mentre coloro che hanno dovuto aspettare un aumento hanno avuto maggiori probabilità di dimettersi. In particolare, quando l’adeguamento salariale è avvenuto entro un mese dall’arrivo del nuovo collega, i dipendenti esistenti sono rimasti in media per altri due anni e mezzo. Al contrario, quando l’adeguamento ha richiesto sei mesi, la permanenza è stata di solo un anno e mezzo, scendendo a 13 mesi se l’adeguamento ha richiesto un anno intero. Questi dati evidenziano che ritardare l’adeguamento retributivo può portare a una maggiore rotazione del personale.
Un secondo ciclo di analisi ha mostrato che i dipendenti ad alte performance erano sovrarappresentati tra coloro che lasciavano l’azienda. Mentre di solito un dipendente su quattro che si dimette è ad alto rendimento, questa percentuale aumenta a più di uno su tre dopo l’assunzione di un nuovo collega più retribuito. In sintesi, assumere personale con stipendi più elevati rispetto ai dipendenti attuali non solo contribuisce a un aumento generale del turnover, ma accentua l’attrito soprattutto tra i dipendenti di maggior valore per l’organizzazione.
Questi effetti possono essere attribuiti a diversi fattori. Da un lato, quando i dipendenti ad alte performance percepiscono un divario salariale ingiusto, la loro motivazione e soddisfazione diminuiscono, rendendoli più inclini a cercare opportunità altrove. Questo sentimento può diffondersi anche agli altri membri del team, minando l’ambiente lavorativo complessivo. Inoltre, esiste un fenomeno noto come “effetto ventosa”, che indica la paura dei dipendenti di essere sottopagati rispetto al mercato. Anche coloro che non sono attivamente in cerca di lavoro possono diventare più sensibili alle dinamiche salariali quando vedono nuovi ingressi con compensi più alti. Per affrontare queste sfide, le organizzazioni dovrebbero adottare una politica proattiva di adeguamento retributivo non appena si rileva una disparità. Questo non implica che i nuovi assunti non debbano ricevere offerte competitive, ma sottolinea l’importanza di mantenere l’equità salariale per evitare tensioni interne e il rischio di perdere talenti chiave.