Gender gap nei colloqui di lavoro
Il candidato ideale per ricoprire un posto in azienda non è donna. Nella ricerca di una nuova figura professionale, nella metà dei casi viene chiesto di escludere le donne. Questo è il risultato dell’indagine condotta da Reverse, società internazionale di HR e Head Hunting.
Il 50% degli intervistati dichiara di aver ricevuto una richiesta informale di esclusione di candidate di genere femminile.
In aggiunta a ciò, lo studio “Women4: superare le disparità di genere per un futuro del Lavoro Sostenibile” condotto da Gi Group Holding e Fondazione Gi Group, aziende impegnate nella promozione di un mercato del lavoro sostenibile e inclusivo, rivela che oltre la metà delle lavoratrici intervistate ha percepito forme di discriminazione nel corso dell’esperienza lavorativa o in fase di selezione.
Oltre il 60% delle aziende intervistate, appartenenti ai settori ICT, Logistica/Trasporti e Meccanica/Automotive, ammette di rivolgere in fase di colloquio domande diverse a candidati e candidate. Fra le barriere all’occupazione femminile la maternità (effettiva o desiderata) emerge come una delle criticità principali: 1 donna su 5 dichiara che le è stato richiesto, in modo più o meno esplicito, se intendesse avere figli, nonostante il nostro ordinamento vieti espressamente di indagare questo aspetto durante i colloqui di selezione.