«Con te avrei paura di fare sesso, secondo me gli uomini li distruggi». Imprenditore condannato per molestie verbali
Un imprenditore del settore tessile per cinque anni, dal 2008 al 2013, ha molestato verbalmente una sua dipendente. Un giorno ha intonato una canzonetta rivisitando il testo “Anima mia” dei Cugini di campagna, descrivendo un rapporto sessuale tra la sua dipendente e un uomo di colore. Battute continue, pronunciate davanti ai colleghi. «Con te avrei paura di fare sesso, secondo me gli uomini li distruggi», «usi giocattoli erotici», «ti metterei un cuscino sulla faccia e…», «dai, andiamo tutti con lei nello sgabuzzino». Non si tratteneva neppure con i fornitori: «Facciamo un cambio merce, io ti do lei».
Da anni la donna aveva attacchi di panico. È stata costretta a prendere psicofarmaci prescritti dal suo medico. Ha spiegato: «Le molestie mi infastidivano da morire, ma avevo il mutuo da pagare, c’era la crisi e non era facile trovare un altro lavoro». L’uomo è stato denunciato a settembre 2013. La sentenza presenta una condanna per molestie esclusivamente verbali con risarcimento di circa 150 mila euro comprensivi di spese.