Il PNRR: 10 milioni di euro di sgravi e agevolazioni per medie, piccole e microimprese più etiche e virtuose in termini di parità!
Un’iniziativa, incardinata nella missione 5 “Lavoro e inclusione” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza* inviato a Bruxelles dal Governo, quella di una certificazione che accompagni le imprese a ridurre il divario tra donne e uomini sul fronte della parità salariale (a parità di mansioni), delle opportunità di carriera, della tutela della maternità.
«Aver introdotto nel Pnrr una certificazione di parità – spiega la ministra Bonetti – pone innanzitutto un tema di valore: parità di genere nei processi e nei luoghi lavorativi non è soltanto un tema di garanzia di diritti e, quindi, di giustizia. È anche una scelta conveniente da un punto di vista strategico, perché permette di realizzare un modello di sviluppo davvero integrato e integrale. Più parità di genere vuol dire per un’azienda più valore, più crescita, più ricchezza: a maggior ragione, è fondamentale renderla misurabile. Proprio l’assenza di criteri e parametri di valutazione è tra le cause che fino ad oggi hanno reso poco efficace la promozione di una effettiva parità».
Con tale certificazione di parità, l’etica aziendale passa dal piano culturale a quello economico e sociale.
Ecco le fasi attuative:
- Costituzione di un Tavolo di lavoro sulla “Certificazione di genere delle imprese”, presso il Dipartimento Pari Opportunità per definire un sistema e del meccanismo premiante
- Creazione di un sistema informativo presso il Dipartimento, con funzione di piattaforma di raccolta di dati disaggregati per genere e di informazioni sulla certificazione, e dell’albo degli enti accreditati
- Attivazione in via sperimentale del sistema di certificazione sulla parità di genere da aprile 2022 ad aprile 2026.
Tra le criticità da rimuovere negli interventi ipotizzati dal Pnrr con la certificazione di parità è elencata la possibilità di porre uguali condizioni nei percorsi di carriera.
Molestie fisiche e ricatti a sfondo sessuale sono le forme di aggressività più diffuse nei confronti delle lavoratrici accentuando la particolare condizione di fragilità che molte donne vivono sul lavoro.
Secondo un’elaborazione della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro su dati Istat, circa 1 milione 173 mila di lavoratrici hanno subito un ricatto a sfondo sessuale (7,5%), per l’assunzione e/o avanzamento in carriera.
Quindi, lavorare sulle policy aziendali per promuovere la parità di genere significa anche aiutare le aziende a diventare protagoniste nell’attuazione di tutele e garanzie di un lavoro dignitoso in un luogo salutare e sicuro, fornire strumenti utili ed efficaci e siglare un patto di alleanza etico con i loro lavoratori.