6Libera ed Al-Cantàra Winery insieme per promuovere la tutela della salute e della sicurezza delle donne sui luoghi di lavoro

La creazione della bottiglia “Aituzza”, un Etna Doc Special Edition dall’etichetta che non lascia spazio a interpretazioni, vuol rappresentare un omaggio alla giovane donna, simbolo di coraggio e resilienza, che fu Sant’Agata, ed al contempo sensibilizzare giovani e meno giovani sul tema delle molestie e della violenza nei luoghi di lavoro.
6Libera ha pensato a un’azienda vitivinicola perché il vino è un simbolo della cultura e tradizione siciliana ed elemento di convivialità e condivisione. E tra le aziende vinicole ha selezionato Al-Cantàra, incoronata Cantina dell’Anno a Vinitaly 2023, che rappresenta perfettamente il connubio tra impresa, arte e responsabilità sociale.
Sull’etichetta di “Aituzza”, presentata ufficialmente alle 16 di sabato 8 marzo nello Spazio Al-Cantàra, in via Puglia 116/b, a Catania, è presente un QR Code, contatto digitale tra i lavoratori e l’Osservatorio contro le molestie e le violenze sul lavoro di 6Libera . Scansionandolo, i lavoratori possono accedere ad una piattaforma sicura ed anonima, per denunciare episodi di molestie e ricevere informazioni utili su come tutelarsi. Inoltre, dichiara Pucci Giuffrida, “parte del ricavato della vendita delle bottiglie sarà destinato a 6Libera per implementare i propri fini istituzionali”.
Dhebora Mirabelli, ideatrice dell’ Osservatorio 6libera.org e vicepresidente dell’associazione “6come6.6libera”, ha dichiarato: “La collaborazione con Al-Cantàra rappresenta un passo significativo nella nostra missione di tutela della salute e della sicurezza delle donne sui luoghi di lavoro. ‘Aituzza’ non è solo un vino, ma un simbolo di coraggio e consapevolezza, uno strumento concreto per sensibilizzare e offrire supporto a chi subisce molestie o violenze. Attraverso il QR Code sull’etichetta, vogliamo creare un ponte sicuro tra i lavoratori e il nostro Osservatorio, offrendo uno spazio di ascolto e protezione. È un segnale forte che parla di responsabilità sociale, cultura e cambiamento”.
“Aituzza” è un Etna Doc Rosso da Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio provenienti dai vigneti Al-Cantàra in c.da Feudo S.Anastasia di Randazzo.
“Abbiamo voluto dedicare questa nostra etichetta ad Agata che, con il suo sacrificio ha dimostrato di essere assolutamente non condizionabile e l’abbiamo voluto chiamare così come i catanesi chiamano la loro Patrona: Aituzza – dichiara Pucci Giuffrida, patron di Al-Cantàra-. Inoltre, con il contributo del Prof. Gianni Garrera, filologo musicale, traduttore e drammaturgo, abbiamo fatto una ricerca ed abbiamo scoperto che Aituzza fu un ambientalista ante litteram”.
“In particolare, come ci racconta Iacopo da Varazze nella Legenda Aurea, Agata, una giovane nobile catanese, vergine già consacrata, era desiderata dal governatore romano in Sicilia, intenzionato a ottenere per sé la sua purezza. Tutti i cittadini dell’Impero erano costretti a compiere sacrifici di animali alle divinità pagane, Agata non volle immolare nessun animale, nessuna creatura vivente né agli dei pagani né al nuovo Dio cristiano, che non gradisce le immolazioni. L’accusa per lei fu di mancato sacrificio: di non voler sacrificare alle divinità costituite, di non offrire animali graditi agli dei. La prima e più profonda libertà non consiste nel non subire violenza, ma nel non commetterla, ed Agata volle essere libera di non fare del male, di non far mai soffrire un’altra creatura. Allora, secondo Passio Sancte Agathae, ella fu torturata e arsa viva. Subì quattro giorni di tormenti, resistette alle carezze come agli schiaffi, fu straziata ed amputata dei seni, perché non aveva voluto sacrificare animali e la carne del suo seno era bramata dal governatore romano. Ma le mammelle recise furono restaurate dagli angeli. Il nuovo Dio cristiano aveva insegnato ad offrire il vino in luogo del sangue perciò, ad offrire una metafora, i seni recisi della santa sono ora i dolcetti: le tettarelle o minuzze di Sant’Agata. L’eucarestia insegna che la carne e il sangue devono essere sostituiti con le prelibatezze della terra. Come il pane e il vino della cena sono al posto della carne e del sangue di Cristo, così le cassatelle e il vino sono una comunione con i seni e il sangue del martirio di Agata, risanano così le sue ferite e le restituiscono dolcemente il sangue e i seni sotto forma di bevanda e cibo”, dichiara il prof. Gianni Garrera.
“L’etichetta del vino “Aituzza” è stata disegnata da Annachiara Di Pietro. Si tratta di un Etna Rosso Doc, da nerello mascalese e nerello cappuccio.Annachiara è un artista catanese che collabora con la nostra azienda da molti anni.Con lei abbiamo realizzato etichette di vino, dello spumante e della grappa. Alcune di queste etichette sono diventate le copertine di alcuni libri che Al-Cantàra ha pubblicato nell’ambito dei propri eventi culturali. Negli ultimi sei mesi, con Annachiara, abbiamo realizzato anche dei vini da collezione, le cui etichette sono numerate ed acquarellate a mano”.